L'idea che nel campo del vicino ci sia qualcosa di meglio che noi non abbiamo e che vorremmo avere è una metafora che in molti paesi, tra cui il nostro, denota invidia. Essa nasce dal confronto perdente con gli altri: per esempio verso il compagno che prende voti migliori dei nostri. L’invidia può riguardare beni materiali, qualità caratteriali, intellettive, e così via.
Può avere un lato benevolo?
Certamente si! Specialmente se ci da la spinta giusta a migliorarci. Più spesso però l’invidia suscita pensieri negativi. Può, infatti, scatenare sentimenti di rabbia, frustrazione, vergogna, senso di inadeguatezza, disperazione, ecc. Può, addirittura, diventare una terribile arma per screditare, ferire, offendere gli altri. Ad es.parlare alle spalle di qualcuno.
Sapere cosa provoca questo sentimento malevolo è premessa fondamentale per capire come gestirla, e soprattutto cancellarne gli effetti tossici. Occorre, perciò, indagare a fondo dentro noi stessi per capire l'essenza dell’insoddisfazione e rimuovere tutti gli ostacoli che non consentono un confronto sereno e appropriato con i propri punti di forza e di debolezza.
L'invidia può essere vinta? Si. Come? Avendo maggiore fiducia in noi stessi e accettandoci per come siamo, con i nostri limiti ed errori. Dunque, smettiamo l’odiosa compararazione con gli altri e impariamo a sfruttare le immense potenzialità di cui siamo dotati. In fin dei conti, nulla si ottiene senza lavoro, pazienza e sacrificio.